Che cos'è il cloud computing. Te lo spieghiamo noi di Orangedev

La tecnologia è ciò che caratterizza la società attuale, i progressi in merito sono stati tanti soprattutto grazie allo sviluppo del mondo informatico e ovviamente di internet. Senza questi due utili strumenti non sarebbe possibile immaginare la vita come la viviamo oggi. Eppure, senza neanche troppo clamore, qualcosa di nuovo sta emergendo nel panorama tecnologico: il cloud computing.

In questo articolo spiegheremo di cosa si tratta, quali sono i vantaggi e le opportunità, i diversi tipi di cloud computing e le piattaforme cloud più conosciute.

Iniziamo.

Software e hardware tra presente e passato

In principio l’avvento del personal computer ha dato un forte scossone all’intera industria planetaria oltre che a cambiare il modo di vivere nella società.
Tutte quelle attività svolte con carta e penna o semplicemente fatte in modo analogico si trasformarono in digitale.

Ci troviamo tra gli anni ’80 e ’90, ma la vera novità chiamata internet deve ancora arrivare. Soltanto agli albori del 2000 sono arrivate le prime connessioni “veloci” che hanno permesso, nel tempo, di portare il nostro lavoro sulla rete.

Condividere i nostri elaborati su Google Drive, caricare le nostre foto su iCloud, utilizzare Dropbox per inviare documenti al nostro capo.
Tutte queste cose in passato erano impossibili.
Ma cosa accomuna servizi come Google Drive, iCloud e Dropbox?
La risposta è presto detta: la tecnologia cloud.

Il cloud computing

Si parla tanto di cloud ma spesso non si riesce a dare una definizione appropriata.

Il cloud computing non è altro che l’erogazione di un servizio online, come ad esempio l’archiviazione, l’elaborazione o la trasmissione di dati, da un fornitore ad un cliente finale.

Tutto questo in modo sincronizzato per tutti i dispositivi del richiedente.

La definizione può sembrare complicata ma, in sostanza, si tratta delle azioni che svolgiamo quotidianamente sui servizi citati prima: Google Drive, Dropbox e iCloud.

Esistono diverse tipologie di servizi in cloud ed è giusto suddividerli per le varie categorie, i modelli di cloud computing:

  • SAAS: acronimo di “Software as a service”, si tratta dell’utilizzo di software installati su un server remoto, cioè non direttamente sul nostro PC fisso. Un esempio è il software InspectionSite che permette di documentare ispezioni e manutenzioni con foto e video, in grado di produrre report standard archiviati e condivisi col cliente. Questo permette al cliente, di tenere sotto controllo tutte le ispezioni in un click.
  • PAAS: acronimo di ”Platform as a service”, consiste nell’avere a disposizione un ambiente di sviluppo pronto per essere utilizzato: soluzioni web e integrazioni con database sono un esempio. Per citare giusto un nome Google App Engine rientra nella categoria, consente agli utenti lo sviluppo e l’hosting di applicazioni web gestite da Google Data Center.
  • IAAS: acronimo di “Infrastructure as a service”, è il tipo di soluzione in cui vengono messe a disposizione risorse hardware quali server, sistemi di memoria e archiviazione. Il grande punto di forza? Potenziare o diminuire la potenza delle risorse in modo flessibile e scalabile. Amazon Web Services ne è un esempio.

Meglio IAAS o PAAS?”, questa frase letta spesso su internet, come facilmente intuibile, non ha senso.

Ogni tipologia di esigenza prevede un diverso uso di piattaforme cloud, non c’è un “migliore” o “peggiore”.

Orangedev è una di quelle aziende che sta emergendo nel settore con software innovativi quali:

  • IspectionSite: un tool che consente di documentare ispezioni con foto e video generando report condivisi con il cliente.
  • Doorkeeper: un’incredibile app per la gestione delle timbrature da remoto.
  • Peopleseeker: una soluzione semplice, flessibile e totalmente in cloud per le campagne di recruiting.

Nel prossimo paragrafo, invece, verranno mostrati i modelli di distribuzione delle piattaforme in cloud.

Che cos'è il cloud computing

Modelli di distribuzione

Abbiamo parlato di molti esempi in cui è possibile sfruttare al massimo i servizi offerti dal cloud. Probabilmente alcune attività che davamo per scontato non sapevamo nemmeno fossero parte del sistema di cloud computing.

Tuttavia dobbiamo fare un’ulteriore differenziazione tra i servizi e capire quali sono i modelli di distribuzione tipici del cloud computing:

  • Cloud pubblico: ovvero la fornitura di servizi informatici pubblici per conto di un fornitore terzo. Essendo pubblici, molte volte, sono offerti in modo gratuito o a pagamento. Un cloud pubblico elimina costi di gestione, aggiornamento e manutenzione del servizio delegando per la maggior parte del lavoro il fornitore terzo che farà tutto da remoto.
  • Cloud privato: l’implementazione di una serie di servizi in rete per una singola organizzazione, un’azienda ad esempio. A differenza del cloud pubblico avremo maggiore controllo e personalizzazione oltre ad una dettagliata gestione dei singoli consumi in termini di risorse. Solitamente è il responsabile IT a occuparsi di tutta la parte manageriale del cloud privato.
  • Cloud ibrido: come dice il nome si tratta di una via di mezzo tra i due. Un esempio di cloud ibrido lo abbiamo nel momento in cui dobbiamo elaborare dei dati presenti all’interno di un cloud pubblico ma sotto un’istanza privata, mantenendo le applicazioni e i dati sensibili del nostro cloud privato (un’azienda ad esempio) al sicuro.

Conclusioni

La tecnologia data dai servizi cloud continuerà sicuramente a rivoluzionare il nostro futuro. Quello che era partito come un “banale” servizio di archiviazione online si è trasformato in un vero e proprio modello informatico che va a stravolgere attività che svolgevamo in passato, come ad esempio, aggiornare continuamente il reparto computer aziendale oppure acquistare continuamente nuovi hard disk esterni per fare il backup dei nostri dati.